Judith McPherson ha dieci anni ed una fantasia sconfinata. Nella sua cameretta raccoglie gli scarti del mondo e li usa per costruire un mondo più bello, in cui è lei a decidere che corso debbano seguire le storie: la Terra dell'Adornamento. Chiunque ci vedrebbe solo un cumulo di spazzatura ma lei sa come ci si sente quando gli altri vedono in te solo la superficie. Una piccola Mathilda in un mondo meno fumettistico di quello creato da Roald Dahl. Infatti, Judith vive in un piccolo sobborgo inglese, abitato da provinciali ottusi e conformisti, soldati in trincea contro qualsiasi minaccia per la polverosa tranquillità di provincia ma altrettanto pronti a voltare la testa, mostrando la più gelida indifferenza nei confronti di abusi e violenze.
Judith fa parte di una comunità di fondamentalisti cristiani e per questo è esclusa. Per la sua Fede. Con il Padre e gli altri bizzarri membri della comunità va a predicare l'Armageddon, la fine del mondo incombente, che salverà solo i cuori puri per cui è riservata una gloriosa eternità, dove tutti gli spiriti fedeli si potranno riunire, e soprattutto dove suo padre finalmente potrà rivedere sua moglie.
Gli atti di bullismo e l'ostilità dei vicini peggiorano, soprattutto quando Judith inizia a parlare con Dio, si convince di essere il suo Strumento per sistemare le cose. Il disegno della sua Missione è imperscrutabile ma la sua potenza si palesa quando Judith si accorge di avere un potere. Quello di far succedere i miracoli.
L'approccio di Judith alla realtà è realistico ma ha un punto di vista inedito. Una bambina costretta a proiettare la felicità in un futuro prossimo nell'aldilà, che spera nell'Apocalisse, che vive un senso di colpa straziante, che non si sente affatto amata da un Padre brusco e intransigente, dagli occhi scurissimi e lucenti, l'espressione indecifrabile. Il tema dell'isolamento, dell'esclusione è costante.
La storia è continuamente lacerata da crepe che diventeranno voragini tra un "noi" e "loro": i credenti e gli infedeli, il peccato e la salvezza, gli scioperanti e i crumiri, Dio e Judith, Judith e il padre. Illuminante la geometria degli spazi domestici. Il padre occupa sempre da solo "la stanza di fronte" mentre Judith viene confinata nelle stanze diametralmente opposte.
Fortissimo è lo scarto tra quello che Judith crede giusto e la costante paura di peccare, di essere "rimossa" anche dalla comunità di estremisti religiosi.
La costante pressione psicologica a cui viene sottoposta la bambina fa sì che Judith interiorizzi il suo senso di colpa e lo trasformi in un'entità superiore (Dio) che la guidi. Il modo in cui è razionalizzato da Judith "il suo potere" è una sorta di realismo magico con tocchi di liricismo (naturalmente Judith capisce che non è normale che lei parli con una voce interiore, dall'altra non ne può fornire una spiegazione psicologica quindi lo trasporta in una dimensione magico-sacrale).
Il viaggio di Judith, a tratti sinistro e terrificante, la porterà a scontrarsi non solo con il bullo della classe ma addirittura con Dio. Cambieranno le sue certezze, le sue prospettive per il futuro. I nuclei tematici del romanzo si dischiuderanno, mostrando aspetti del tutto diversi dai presupposti iniziali.
Il tema centrale della Fede è declinato in maniera del tutto particolare, non di certo come una mera questione teologica. All'inizio, è più una costrizione per Judith, un modo per non scontentare suo padre. Successivamente diventerà la sua ossessione (dal momento in cui si instaura il rapporto speciale con "Dio", non privo di contraddizioni e aporie) tanto da scontrarsi con suo padre, un fervente e inflessibile credente, che fa così fatica a credere in sua figlia. Infine, acquisiremo una diversa, meno rigida, accezione di Fede. Il rifiuto di ogni radicalizzazione mistica, porta ad un trasferimento di significato (che è anche l'etimologia della parola metafora). Fede come ricerca della felicità, fiducia nella possibilità che le cose possano andare meglio in questa vita, non in un'altra, non nella Terra dell'Adornamento.
"La fede è un balzo; voi siete qui, la cosa che volete è là; c'è uno spazio in mezzo. Dovete solo fare un balzo. Una volta fatto il primo passo, il più è fatto, basta un altro passo e si è già a metà strada".
Questa filosofia delle piccole cose, di cui è intensamente costellato il romanzo, è ribadita nell'accezione che Judith dà ai miracoli ma anche all'idea che Judith si farà del mondo, un luogo in cui tutto è interconnesso, che mi ha ricordato lo splendido film vincitore del Sundance "Beast of the Southern Wild", anche lì protagonisti un padre e una figlia giovanissima, alle prese con una realtà estrema.
"Come può la più piccola delle cose diventare la più grande, e la cosa che poteva essere arrestata diventare inarrestabile, e una cosa che non avevi mai pensato che ammontasse a tanto ammontare a tutto? Forse è perché i miracoli funzionano meglio con le cose normali, e più sono normali meglio è. Forse perché cominciano con le minutaglie. Più minute quelle, più grosso il miracolo".
"I miracoli non devono per forza essere grossi e possono succedere nei posti più improbabili. Possono succedere in cielo o su un campo di battaglia o in una cucina nel mezzo della notte. Non c'è nemmeno bisogno di credere nei miracoli perché ne succeda uno, ma quando succede ve ne accorgerete perché qualcosa di molto normale che non pensavate contasse un granché alla fine ha contato tantissimo. Ecco perché i miracoli funzionano meglio con le cose normali, e più sono normali meglio è; più grande è il contrasto più grosso è il miracolo".
Il posto dei miracoli è un romanzo che vi proietterà in un universo complesso attraverso lo sguardo disarmante di Judith, al centro di forze di pressione fortissime che la plasmeranno ma, alla fine della lettura, sarà lei ad avervi fatto cambiare il modo in cui vedete il mondo.
Segni particolari: vi spezzerà il cuore
Consigliato per te se hai amato: "Molto forte incredibilmente vicino", "Ragazzo da parete", "Beasts of the Southern Wild", "Lo strano caso del cane ucciso a Mezzanotte", "Cercando Alaska".
Curiosità: L'autrice è cresciuta, come il suo personaggio, in una comunità cristiana fondamentalista. Ora vive a Londra dove svolge la professione di scrittrice e musicista. "Il posto dei miracoli" è stato giudicato uno dei quattro debutti più promettenti del 2012 dal "The Sunday Times" e ha vinto il Desmond Elliott Prize per l'opera prima. Qui, la Pinterest board.
Il meraviglioso booktrailer: